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Mediterraneo, flora marina a rischio

Ultimo Aggiornamento: 20/08/2010 18:35
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20/08/2010 11:06
 
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I dati della ricerca durata 3 mesi

Oceana: allarme biodiversita'

Madrid - Il catamarano che compie le ricerche per l’organizzazione internazionale dedita alla tutela del mare, l’Oceana Ranger, in collaborazione con la Fondazione Biodiversidad, ha appena portato a termine in Palma di Maiorca una spedizione che è durata quasi tre mesi: le ultime due settimane sono state spese nelle Baleari.
Oceana ha rilevato nelle montagne sommerse di queste isole molti degli ecosistemi più minacciati del Mediterraneo.
Sono a rischio gli habitat di coralligeno, le pareti di gorgonia, le distese di spugne e i letti di maërl, per non menzionare la vulnerabilità delle praterie di coralli bambù, delle piume di mare giganti, dei fondali con brachipodi da fango.
Da quando Oceana ha cominciato a estrarre campioni da queste montagne - nel 2006 - ha compiuto oltre 30 immersioni con robot sottomarino (ROV), scendendo da 80 a 670 metri di profondità, riuscendo a percorrere oltre 50 km. in immersione e a filmare 90.000m² di ecosistemi del fondo marino.

Tra i rilevamenti più interessanti ricordiamo: le spugne carnivore e le lumache tritone sulla montagna Ausias March -entrambe sono specie protette dalla Convenzione di Barcellona-, i coralli neri e i coralli bambú di Ses Olives, le distese grandi e variegate di spugne e gorgonie, insieme alle oloturie nuotatrici nel banco Emile Baudot, conosciuto anche come “Es port d’es francés”.
Inoltre, grazie alla luce che penetra in profondità nella colonna d’acqua, si assiste allo sviluppo di esuberanti distese di alghe verdi, rosse e marroni, incluso di colonie coralli gene che si trovano a 150 metri di profondità.
Da questa notevole biodiversità traggono beneficio specie pelagiche protette dalla legislazione nazionale ed internazionale, come: lo squalo, la tartaruga comune, il delfino comune e quello striato, avvistati anch’essi in zona nel corso di questa spedizione.

I banchi di corallo bambù, di piume del mare o di brachipodi sono conosciuti in ambito internazionale per l’interesse che destano dal punto di vista commerciale.
Nelle zone studiate da Oceana, di fatto, si è riscontrata una vasta gamma di crostacei del tipo: gamberi, astici, scampi, aragoste, gamberetti e granchi, che formano importanti colonie nei punti meglio conservati. Oceana ha avuto però modo di documentare tale distruzione anche in questi fondali.

Xavier Pastor, direttore esecutivo di Oceana in Europa, ha affermato: "Con le informazioni scientifiche che possiamo fornire contribuiamo a creare la prima area marina protetta in alto mare di tutto il Mediterraneo".

Quest’informazione, aggiunta a quelle ottenute nel corso delle spedizioni precedenti di Oceana nella stessa zona, sarà studiata nei particolari allo scopo di elaborare una proposta di tutela capace di garantire la conservazione di uno dei punti di biodiversità più importanti del Mediterraneo.


(da La Voce)
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