00 14/10/2010 13:02
da GreenPeace

Sicuramente sarete a conoscenza della marea rossa che si è riversata nelle strade, nei campi e nei fiumi dell'Ungheria.
Giornali, radio e tv ne parlano da giorni. Il 4 ottobre scorso qualcosa non ha funzionato nell'impianto di lavorazione dell'alluminio della città di Ajka, nella parte occidentale del territorio ungherese. Tonnellate e tonnellate di fanghi tossici sono fuoriusciti dalla vasca di contenimento, inondando presto tutta la zona. Il giorno successivo un nostro team è arrivato sul posto.

Abbiamo prelevato nei pressi di Kolontar dei campioni di acqua e fango e li abbiamo portati ad analizzare alla Austrian Federal Environment Agency di Vienna e al laboratorio Balint di Budapest. I risultati delle analisi sono allarmanti: valori di metalli pesanti sorprendentemente alti. Oltre a mercurio e cromo, elevata soprattutto la concentrazione di arsenico.

Questa contaminazione rappresenta un grave rischio per gli ecosistemi acquatici, le falde di acqua potabile e la salute pubblica, anche a lungo termine. Intanto il Governo ungherese non ha ancora pubblicato alcun dato sulla contaminazione dei fanghi. Perché deve essere sempre Greenpeace a pubblicare dati sconcertanti e informare sulla realtà dei fatti?

Le autorità ungheresi hanno perlomeno posto sotto il controllo dello Stato l'impianto di alluminio di Ajka, che è stato commissariato per due anni. Il compito del commissario, oltre che organizzare la riapertura dell'impianto, consisterà nell'avviare un processo di riparazione dei danni, gestire gli indennizzi a carico dell'azienda e accertare le responsabilità del disastro.

Vittime e opinione pubblica hanno il diritto di sapere esattamente cosa c'è sotto. Il nostro team sta già effettuando nuovi prelevamenti. Non ce ne andiamo fino a quando non avremo scoperto tutta la verità su quel fango. E la diremo anche a te!