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Centrali Nucleari

Ultimo Aggiornamento: 23/05/2010 13:19
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23/05/2010 13:15
 
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lunedì 15 febbraio 2010
ecco la verità sul nucleare che il governo non dice

14 febbraio 2010
Roma, 14 feb.(Adnkronos) - "Il 19 novembre 2009 Enel e Edf, in un incontro romano, hanno chiuso la lista delle proposte dei siti dove realizzare le centrali nucleari in Italia, che presenteranno al governo italiano e all'agenzia nucleare. In base alla legge che reintroduce il nucleare in Italia, sara' l'Enel insieme a Edf a proporre al governo la localizzazione delle centrali nucleari in Italia". Lo ha dichiarato il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: "Enel e Edf consegneranno la lista dei siti alcuni giorni dopo l'insediamento dell'agenzia nucleare italiana che avverra' successivamente le elezioni regionali".
"Il rallentamento nell'istituzione dell'agenzia nucleare e' dovuta ad una precisa strategia del governo che vuole assumere le decisioni solo dopo le elezioni regionali per non danneggiarne il risultato. Questa strategia e' stata concordata tra il governo Italiano e l'Enel, dopo il passo falso commesso dall'amministratore delegato dell'Enel Conti che in una trasmissione televisiva del 5 dicembre affermo' che i siti erano stati individuati ma che 'non li avrebbe mai detti nemmeno sotto tortura", prosegue Bonelli.

"Enel-Edf hanno identificato come siti potenziali per i reattori: Monfalcone (Friuli Venezia Giulia), Chioggia (Venezia), Caorso (Emilia Romagna), Fossano e Trino (Piemonte), Scarlino (Toscana), San Benedetto del Tronto (Marche ), Montalto di Castro e Latina (Lazio), Termoli (Molise), Mola di Bari (Puglia) o sito tra Nardo' e Manduria, Scanzano Ionico (Basilicata), Oristano (Sardegna), Palma (Sicilia) - conclude Bonelli -. Noi Verdi italiani attraverso la collaborazione con gli ecologisti francesi continuiamo la nostra operazione verita', perche' i cittadini hanno il diritto di sapere prima delle elezioni dove verranno realizzate le centrali nucleari in Italia", conclude.


23/05/2010 13:19
 
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DAL BLOG DI BEPPE GRILLO
Chi vuole il nucleare appartiene a due categorie: o è male informato o ci guadagna sopra. Non esistono centrali nucleari sicure. Non esiste una sola assicurazione al mondo che abbia accettato di di assicurare una centrale nucleare. Non è stato trovato un sistema sicuro per smaltire le scorie radioattive. Il nucleare è' antieconomico, costa molto di più la costruzione, la gestione e lo smantellamento della centrale dell'energia che produce. Il nucleare è pagato sempre dai cittadini come extra costo sulla bolletta o con le tasse. Il nucleare si fa con l'uranio, una risorsa a tempo che finirà entro 50 anni. L'uranio è presente in 4/5 Stati nel mondo, l'Italia non è uno di questi. La Francia che vuole esportare la sua industria nucleare (finanziata dallo Stato) in Italia ha fallito in Finlandia e ha incidenti continui nel suo territorio. Basta? No? Allora proseguo. L'Italia ha votato contro il nucleare, non è possibile andare contro la volontà popolare. Se si vogliono fare nuove centrali è necessario un nuovo referendum. Un non-Parlamento composto da non-parlamentari non-eletti dai cittadini ha fatto una non-legge sul nucleare. Il Governo ha consultato solo la Confidustria e l'Enel. La produzione di energie rinnovabili ha superato quella del nucleare nel mondo. Gli Stati Uniti non costruiscono più centrali nucleari e investono nel solare e nell'eolico. Se una centrale nucleare costruita in Italia, per esempio a Trino Vercellese, dovesse esplodere come a Chernobyl, e nessuno può garantire che non possa succedere, la vita scomparirebbe nel nostro Paese per decine di migliaia di anni.
Insieme a Greenpeace sto spiegando nelle librerie e nelle scuole l'insensatezza del nucleare. Con Greenpeace ho prodotto il documentario: "Terra reloaded" con le testimonianze dei massimi esperti mondiali come Lester Brown e Jeremy Rifkin sul futuro del pianeta. Tutte le scuole che ne faranno richiesta al blog ne riceveranno una copia gratuita.

Intervista a Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia.

Giuseppe Onufrio: "In Finlandia e in Francia stanno costruendo queste nuove centrali che si chiamano Epr e sono di costruzione francese. Di queste centrali abbiamo scoperto, qualche mese fa, che il progetto non è mai stato approvato perché il sistema di emergenza non soddisfa i minimi requisiti della sicurezza nucleare, cioè quali? Il sistema d’emergenza non deve essere collocato fisicamente nello stesso posto dove c’è il sistema di normale funzionamento perché, in caso di incidente, se salta l’uno rischia di saltare anche l’altro.
La prima avvisaglia è stata una lettera nel dicembre scorso: l’autorità di sicurezza finlandese ha scritto al costruttore Areva, il costruttore francese, lamentandosi che le persone che vanno alle riunioni sono incompetenti in materia di sicurezza nucleare e dicendo loro “ vi abbiamo detto da tempo di rifare il sistema di emergenza e non l’avete fatto”.
A aprile questa lettera viene fatta trapelare e Greenpeace fa la denuncia, nell’aprile 2009: a giugno del 2009, l’Agenzia di sicurezza inglese fa un documento in cui, oltre a dire che la centrale, sia quella francese che il tipo americano Ap1000 della Westinghouse non reggerebbero a un incidente aereo, dice la stessa cosa, ossia che il sistema di emergenza non soddisfa i minimi principi di sicurezza nucleare, cioè l’indipendenza dei due sistemi.
Il 15 ottobre l’Agenzia di Sicurezza Nucleare Francese scrive al costruttore francese e gli dice la stessa cosa, il 22 ottobre tre Agenzie di Sicurezza fanno un comunicato congiunto per dire che il progetto del reattore Epr non è approvabile. Lo stanno già costruendo e i nostri politici vi infinocchiano, perché vi fanno capire che avremo una macchina che sarà il portento della sicurezza, quando nei Paesi in cui questa centrale è in costruzione, e l’Inghilterra, che è interessata anch’essa a vedere di sostituire le vecchie centrali inglesi con queste nuove, dice “ il progetto non c’è, ci vorranno almeno due o tre anni per recuperare”. Nel frattempo l’Autorità di sicurezza Finlandese ha trovato 2.100 non conformità in cantiere a Olkiluoto, dove è in costruzione uno di questi due reattori e ha scoperto, a ottobre, che le saldature del circuito di raffreddamento della centrale, che sono una struttura importantissima per la sicurezza, sono fuori norma e ha bloccato i lavori all’interno della centrale. Questo per dirvi che siamo nelle mani di persone che vi vendono delle cose che non esistono! La vera alternativa esiste, è possibile tagliare i consumi in Italia del 20% guadagnandoci, l’efficienza energetica è veramente la prima cosa che bisogna fare, le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica potrebbero fare il triplo dell’energia dei quattro reattori che l’Enel vuole costruire. In questo modo arriveremmo a raggiungere gli obiettivi europei, che significherebbero anche creare molta occupazione. Voglio dire a chi ci ascolta, per chiudere, che il comparto delle fonti rinnovabili in Germania occupa più persone dell’industria automobilistica e l’industria automobilistica tedesca certamente non è più piccola di quella italiana."

Blog: "Perché tanta insensibilità nel nostro Paese sui temi ambientali?"

Giuseppe Onufrio: "A quanto pare no: Eurisko ha pubblicato oggi una ...(intervento fuori microfono) beh, il problema sono le élites di questo Paese, le élites economiche e politiche, che sono fuori dalla storia: voglio ricordare che il tema del clima globale è un tema che ormai, nei grandi Paesi europei, non divide più destra e sinistra, ma è diventato un obiettivo anche di carattere industriale. In Italia invece abbiamo un’élite che, per piccole lobbies o per piccoli interessi, vuole perseguire la strada del ritorno al nucleare, quando per quanto riguarda il nucleare negli altri Paesi il problema è che cosa fare per non chiuderlo, mentre in Italia c’è qualcuno che magari vende acciaio o cemento che è interessato a partecipare a questo business. In realtà manca una visione dell’élite del nostro Paese e purtroppo, quando l’élite di un Paese non ha una visione di sé stessa, non ha neanche una visione di un futuro possibile. Pensiamo che la battaglia sia ancora aperta, che ce la possiamo fare, ma dobbiamo ancora fare una grande battaglia e credo che a Copenaghen, se Copenaghen non fallisce, penso che avremo una possibilità per la quale anche l’Italia potrà giocare un ruolo, perché in questo Paese le intelligenze e le capacità non mancano. Quella che manca è la visione di un futuro possibile anche industriale."
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