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100% Vegetale

Ultimo Aggiornamento: 23/05/2010 14:14
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23/05/2010 14:14
 
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dal sito www.meatout.it

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SCELTA ETICA
Chi dà il diritto a noi - esseri umani - di imprigionare, mutilare, massacrare esseri del tutto innocenti e indifesi? Gli animali non sono oggetti, non sono macchine da sfruttare e smembrare, pezzo dopo pezzo. Gli animali sono esseri senzienti, soffrono, sanguinano, muoiono esattamente come noi: ciononostante, la filiera produttiva della carne (mangimifici, allevamenti, impianti di macellazione e distributori) li riduce a cose.

Gli animali trascorrono una breve esistenza imprigionati nelle stalle industriali, costretti in spazi ridottissimi e sovraffollati che rendono loro impossibile soddisfare anche la più piccola esigenza etologica. I pochissimi lasciati pascolare liberamente rappresentano una percentuale assolutamente trascurabile degli animali da allevamento. E non sfuggono al macello, né alla separazione dai cuccioli appena nati

Trascinati al mattatoio in condizioni indescrivibili, gli animali terrorizzati vengono ammazzati senza alcuna pietà: ogni anno ne sono massacrati oltre 48.000.000.000 (quarantotto miliardi!), pesci esclusi, ai fini della sola alimentazione umana.

Ma sofferenza e morte degli animali non sono un male necessario, senza sfruttare e uccidere gli animali si può vivere benissimo, anzi: si vive meglio e in migliore salute! Vegetariani e vegan ne sono la prova vivente.


SCELTA ECOLOGICA

Trasformare cibi vegetali in alimenti d'origine animale, anziché impiegare direttamente le risorse per il consumo umano, è una delle cause principali di spreco immotivato (in raccolti, acqua, sostanze chimiche ed energia) e di inquinamento.

L'allevamento, sia di tipo intensivo che estensivo come i pascoli del Sud America, risulta ecologicamente insostenibile: metà delle terre fertili del Pianeta sono già coltivate a cereali e foraggi destinati a nutrire gli animali "da carne" e, per dare spazio a nuovi pascoli e a nuovi terreni dove produrre cibo per gli animali, ogni anno si distruggono porzioni sempre più ampie di foresta pluviale, provocando l'erosione e la desertificazione di aree immense di territorio.

Oltre allo spreco di milioni di ettari di terra coltivabile - che potrebbe essere coltivata per il consumo diretto degli umani - e all'uso indiscriminato della chimica, occorre tenere conto dell'enorme consumo d'acqua in un Mondo a forte rischio sete (più della metà dell'acqua usata in Europa è destinata all'allevamento di animali), il consumo di energia, il problema dello smaltimento delle deiezioni animali e delle parti di scarto, le conseguenti ripercussioni sul clima.

Latte e carne sono dunque gli "alimenti" più dispendiosi, più inefficienti e più inquinanti che si possano concepire: basti pensare che per "produrre" 1 chilo appena di carne bovina sono necessari 15 chili almeno di alimenti vegetali e 100.000 litri di acqua! (per produrre 1 chilo di patate sono invece necessari 500 litri di acqua; 900 litri di acqua per 1 chilo di frumento; 2.000 litri di acqua per 1 chilo di riso).


SCELTA SOCIALE

Su scala mondiale, il 90% della soia e metà dei cereali prodotti globalmente sono usati per nutrire gli animali "da carne", anziché essere impiegati direttamente per il consumo umano. Ed è stato calcolato che con quanto sprecato (in termini di vegetali coltivati) dai soli Stati Uniti - nella trasformazione di vegetali in alimenti d'origine animale - si potrebbe assicurare ogni giorno un pasto completo a tutti gli abitanti della Terra.

Ma intanto - ogni giorno - circa 24.000 abitanti nel Sud del Mondo muoiono per denutrizione o per malattie da essa derivate. Di queste, circa 18.000 sono bambini [ dati FAO ]. Ogni anno, circa 5,6 milioni di bambini sotto i cinque anni muoiono letteralmente di fame [ dati Unicef ].

Il problema di fondo è dunque lo squilibrio nella distribuzione delle risorse. La disponibilità attuale di derrate alimentari consentirebbe a tutti gli abitanti del Pianeta di ricevere tutti i nutrienti necessari: le produzioni attuali di cereali e legumi sarebbero sufficienti, insomma, a sfamare l'intera popolazione mondiale e ben oltre... se questi vegetali venissero però direttamente consumati dagli umani.

Ma ciò non avviene, e questi cereali e legumi continuano ad ingrassare gli animali da "carne", a utilità dei soli Paesi industrializzati. Certamente, il problema della ridistribuzione delle risorse non è prodotto solo dallo spreco per lo smodato consumo di carne nei Paesi ricchi, la questione è sicuramente ben più ampia: ma è altrettanto certo che gli sprechi descritti vi contribuiscono in maniera più che significativa.


SCELTA SALUTISTICA

Negli ultimi anni, il fenomeno BSE ha evidenziato in modo drammatico come e quanto la manipolazione dell'uomo sulla natura produca effetti catastrofici, non solo per la vita degli animali, ma anche per la salute pubblica e l'ambiente; e come, mantenendo i sistemi attuali di nutrizione forzata e innaturale propri dell'allevamento intensivo, che trasformano soggetti erbivori in carnivori, talvolta addirittura in cannibali, il fenomeno possa estendersi anche ad altre specie animali.

Da rimarcare inoltre le diverse epidemie che, scoppiate in tempi remoti e recenti tra gli animali d'allevamento, rappresentano un serio pericolo di contagio animale-uomo in taluni casi già divenuto realtà, come per l'aviaria. E l'utilizzo massiccio, negli allevamenti intensivi, di antibiotici e farmaci in genere con cui gli animali sono imbottiti, oltre alla forte concentrazione di sostanze tossiche, come il mercurio, riscontrata nelle carni dei pesci pescati in mare.

I pericoli per la salute umana, conseguenti al consumo di alimenti d'origine animale come carne e pesce, sono dunque molti ed evidenti.

E pure evitando di porre l'attenzione sui pericoli descritti, una dieta basata su alimenti di derivazione animale rimane comunque inadatta per l'organismo umano, determinando tutte quelle patologie degenerative e cause prime di morte nei Paesi ricchi. Indicativo in tal senso quanto espresso dal più famoso pediatra degli Stati Uniti, il dr. Benjamin Spock, che dall'edizione finale, riveduta e corretta, del suo libro "Baby & Child Care" diffuso in tutto il Mondo, consiglia di non dare carne ai bambini.


SCELTA ECONOMICA
Nelle economie di scala lo sviluppo tecnologico genera la diminuzione della forza lavoro e del costo delle materie prime, ma ciò non accade per i piccoli proprietari. Non disponendo dei capitali necessari agli investimenti ingenti richiesti, si assiste al decremento costante delle aziende agricole a conduzione familiare da questi gestite, all'affermarsi di sole poche grandi imprese e al continuo calo di posti di lavoro.

Mentre nel passato l'interconnessione tra coltivazione della terra e l'allevamento di animali era intensa, a partire dagli anni '50-'60 - sulla scia di quanto già avveniva negli Stati Uniti - si sviluppa anche in Europa la zootecnia intensiva: con l'allevamento intensivo gli animali "vivono" in grandi capannoni, il legame con la terra è reciso, i mangimi sono acquistati all'esterno, spesso in altri continenti.

Ma se è vero che i prodotti della zootecnia intensiva costano poco sul mercato e che se la produzione avvenisse in modo sostenibile (per l'ambiente, per la salute del consumatore, per il benessere degli animali) i costi risulterebbero almeno triplicati, è pur vero che l'attuale sistema dell'allevamento intensivo non sopravviverebbe senza le sovvenzioni pubbliche: ciò che il consumatore non spende al momento dell'acquisto viene speso al momento di pagare le tasse, nella forma delle sovvenzioni statali agli allevatori. Per non parlare poi dei danni all'ambiente e dei costi per la Sanità che, anziché essere risarciti - sempre in termini monetari - da chi il danno lo crea, vengono pagati da tutti i cittadini.
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