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miguelsonsempermi
00domenica 22 agosto 2010 19:22
(spero sia la cartella giusta)
ROCK&ROLL ANIMALS
miguelsonsempermi
00domenica 22 agosto 2010 19:22
IN MEZZOALLE BESTIE (da R.S)
I gatti di John Lennon,la fattoria di Paul McCartney,il cane di Simon Le Bon (”Una macchina da cagate”). Senza tralasciare l’allevamento di serpenti di Alice Cooper,e l’arca di Noè di Michael Jackson,Roge Daltrey con i cani da riporto…a quanto pare nessuno ama gli animali più delle Rockstar. Passione contraccambiata?…..Difficile dirlo.
miguelsonsempermi
00domenica 22 agosto 2010 19:24

miguelsonsempermi
00domenica 22 agosto 2010 19:26
Perché cercare un anello mancante tra l’uomo e gli animali? Già c’è:sono le Rockstar. Le movenze del felino,allo scimmiesco,i versi del cinguettio all’ululato,al barrito,il narcisismo da pavoni,le dichiarazioni da somari,le camere d’albergo devastate come da bufali,i bisticci da pollaio,gli appetiti sessuali da mandrilli…Benvenuti nella jungla. Non a caso i divi della musica hanno spesso con sé degli animali. Qualcuno,del tutto ordinari-cani,gatti. Qualcun altro,un po’ meno-serpenti,giraffe. Spesso coinvolti nello stile di vita dei loro umani di riferimento,se non addirittura le loro muse. E nell’accostarsi alla materia,certe scoperte sono rivelatrici.

miguelsonsempermi
00domenica 22 agosto 2010 19:27
Ad esempio:Paul MCCartney amava i cani. Per contro John Lennon (e Yoko Ono) amava i gatti. Si fa interessante, no? Addentriamoci.
La mamma di Lennon,Julia,aveva un gatto di nome –tenetevi forte- Elvis. Il giovane John,non ancora Beatle,adottò tre mici:Tich,Tim,Sam. Con la moglie Cynthia,prese in casa un soriano battezzato Mimi . E qui i Beatlesiani,in coro:la zia! Corretto:Mimi Smith,che crebbe Lennon. Con Yoko, mise nella sua vita sale e pepe:un gatto bianco,Salt,e uno nero,Pepper. Chissà se questi era un latente omagio a MCCartney,che notoriamente fu il nocchiero di Sgt.Pepper. Paul aveva invece un’intesa speciale con unbobtail di nome Martha…..E di nuovo,i beatlesiani in coro: “Martha my dear!” Esatto.
miguelsonsempermi
00domenica 22 agosto 2010 19:29
Il brano fu peraltro uno dei tipici momenti di stacanovismo di Macca:voce,piano,basso,chitarra,batteria,arrangiamento di ottoni e archi; nessuno degli altri Fab partecipò all’incisione,la registrò solo come un cane. Anni dopo su una significativa copertina del MCCartney solista (Paul is Live),il baronetto inscenò –come tanti,ma a buon diritto- il famoso attraversamento di Abbey Road,accompagnato dal successore di Martha,Ollie. Cane noto per essere vegetariano come il padrone. Cosa che inquieta i veterinari e un vicino di casa,Fatboy Slim”Una volta ho lasciato fuori i resti del mio barbecue,e Ollie li ha mangiati. Che Gaffe.”
miguelsonsempermi
00domenica 22 agosto 2010 19:29
Torniamo ad Elvis. No,non il gatto di Lennon. Quello vero. Lui era un uomo da cani –mica per niente cantava Hound Dog. Una sera ne tirò su 20 da un negozio di animali. Ne regalò 19 agli amici e tenne un chow chow,che chiamò Getlow. Il rapporto vacillò quando il Re lesse su una rivista che quella razza non disdegna attaccare il padrone. La compagna dell’epoca,Linda Thompson (poi moglie del compositore David Foster),fece notare che Getlow era tutt’altro che aggressivo,anche a causa di un problema ai reni,che la notte del 7 agosto 1975 si manifestò in tutta la sua gravità. Il veterinario lo diede per spacciato,ma Elvis noleggiò un aereo per mandare Linda e il cane a Boston per una dialisi. Sopravvisse tre mesi. Informato del decesso mentre tornava da un concerto,Elvis pianse.
miguelsonsempermi
00domenica 22 agosto 2010 19:30
La più famosa canzone in morte di un cane è I Used to Love Her,dei Guns’n’Roses. “L’amavo ma ho dovuta ucciderla,e seppellirla in giardino…” Pensavate fosse un ex fidanzata,vero? Fate come se non vi avessimo detto che in realtà parlava del cane di Axl Rose. Nessun cane per Slash,invece: “Dovrestistargli vicino e non posso…. Meglio i serpenti,sono dei solitari.” Ma alla nascita del suo primo figlio,il chitarrista dei Guns decise di separarsi dai suoi 80 rettili.
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miguelsonsempermi
00domenica 22 agosto 2010 19:31
Fermo restando che nel rock l’uomo dei serpenti è Alice Cooper. “Ne ero terrorizzato. Ma ho sempre pensato che fosse l’immagine più potente che esista. E mi son detto:se sul palco cantassi con un serpente attorno al braccio?” Detto fatto. Con qualche incidente. Tipo un boa che dalla vasca dell’hotel riesce a scappare nello scarico. Riapparendo dopo 15 gg,davanti al nuovo occupante della stanza,uno sgomentato cantante country. Oppure la volta che alla House of Blue di Los Angeles un altro boa decise di liberare l’intestino durante il concerto. “Johnny Rotten era in prima fila. Fu entusiasta. Una quantità infinita di merda,tutta sul mio costume,e pareva non fermarsi mai. Una puzza atroce,ma ho concluso il concerto. Tra i conati di vomito”. Rock&Roll,gente.
miguelsonsempermi
00domenica 22 agosto 2010 19:32
Se un rocker addenta gli animali,la natura si vendica sui suoi amici. L’anno scorso Little Bit,volpina di Ozzy Osbourne, uno dei tantissimi cani presi al rifugio vicino alla sua casa di Los Angeles,è stata uccisa e mangiata da un coyote. Mentre Ozzy e la moglie guardavano lo show per commemorare Michael Jackson. E a proposito di Michael: quell’uomo era Noè in persona. Non siamo in grado di elencarne gli animali,specie tutte le giraffe –sappiamo però che due di loro,adottate dallo zoo di Page,Arizona, sono morte(di crepacuore?) pochi mesi dopo la scomparsa di Jacko. Le carcasse,ancorché sepolte,hanno appestato l’aria suscitando le proteste dei cittadini. Non sappiamo nulla dello struzzo Jeaninne o della tarantola Blackula –però fermi, la star di Neverland era Bubbles,lo scimpanzé. Invecchiando iniziò a dare segni di insofferenza per il suo amico (forse non lo riconosceva,tra la pelle bianca e naso inverosimile): per evitarne i ceffoni,nel 2003 Michael lo donò al Center for Great Apes di L.A..
miguelsonsempermi
00domenica 22 agosto 2010 19:33
Però, diciamocelo,gli animali anomali lasciano il tempo che trovano,fanno ghiribizzo da star. La tartaruga di Courtney Love, il wallaroo (incrocio tra wallabie e canguro) di Vacilla Ice –che peraltro ripudiò il pet quando fuggì per le strade si Saint Lucie , Florida.Meglio tornare ai migliori amici dell’uomo. Vediamo,pare che Springsteen abbia un pastore tedesco. Jim Morrison aveva un cane chiamato Sage. Mick Jagger ne ha uno dal fantasioso nome di Star. Eric Clapton aveva un bracco,Jeep,raffigurato anche su un lp (There’s One in Every Crowd) e omaggiato poi da Gorge Harrison (I remember Jeep). Robert Plant,fan di Tolkien,chiamò il cane Strider (il nome randagio di Re Argon);se fate caso,al termine di Bron Y aur Stomp dei Led Zeppelin il cantante lo chiama. Elton John possiede un cocker spaniel, Arthur-suo compare d’anello al matrimonio di Elton con David Furnish (che cosa Eltonjohnesca,no?). Simon Le Bon ha un cane che ha chiamato Luigi (“Una macchina da cagate”),Bono ne ha due,Shanti e Helena (omaggio ad Helena Christensen).
miguelsonsempermi
00domenica 22 agosto 2010 19:34
Ma gente,non siamo qui solo per raccontare storie edificanti. La strada verso il successo è lastricata di brutalità, e quei cuccioli che vengono viziati oggi (facendo il bagno in piscina con Mariah Carey,indossando collari di diamanti comprati da Britney Spears,andando da uno psicologo come il cane di Madonna) diventano accessori firmati da buttare domani,se passa la moda. Le strade di Holliwood sono piene di cani abbandonati,e il 30% di loro sono chihuaua. Presi per imitare Paris Hilton,Paula Abdul,Jennifer Lopez,Britney ,Madonna. E scartati senza tanti complimenti come quelli di quest’ultima,liberatasi di Evita,Chiquita e Rosita- la quale è anche morta per le conseguenze di una bastonata sul muso. I tabloid sulla cosa non accusano apertamente,ma danno un indizio: Lourdes Maria non ama i cani…cosa che condivide con-udite udite- Snoop Dogg.Però come fa a confessarlo? Il rapper ha due siamesi,Frank Sinatra e Miles Davis.
miguelsonsempermi
00domenica 22 agosto 2010 19:36
La vera gattara del rock comunque è stata…….Freddie Mercury,che faceva le fusa insieme ai suoi Tom,Jerry,Oscar,Tiffany,Delilah,Goliath,Miko,Romeo e Lily.


miguelsonsempermi
00domenica 22 agosto 2010 19:37
Oh ma in Italia? Un cane “on the road” fu Ghera,di Francesco De Gregori ,(del resto autore di Quattro Cani):seguì Dalla e De Gregari nel tour Banan Republic,30 anni fa. Ma quello più raccontato dal suo padrone,Jovanotti, è stato Pinocchio.Preso al canile,e per un certo periodo inserito dal proprietario in ogni intervista e ogni post sul suo sito. “Io mi rivedo nel mio cane:rimpiange la sua vita da randagio ma si trova bene nelle situazioni comode e non disdegna divano e pappa pronta. Sto studiando il suo linguaggio della coda. Intollerante del guinzaglio,è nato da uno spermatozoo di un cacciatore di quaglie e da una cagnetta di città….”. Oh beh,si sa che i proprietari di cane attaccano bottone.

Fine prima parte
miguelsonsempermi
00domenica 22 agosto 2010 21:53
II parte
Bestiario e r&r 10 BAND DAL NOME ANIMALE
Whitesnake

Dici Whitesnake,”serpente bianco”,e ti sfugge immancabilmente un risolino tanto ebete quanto salace. Qui regnano impavidi l’allusione sessuale e il doppio senso,anzi a giudicare dalle kitschissime copertine modello Lanciostory,imperversa il senso unico:come altrimenti interpretare lo sproporzionato serpentone biancocce avvolge pericolosamente le sue pallide spire intorno alle pallide carni della succosa fanciulla sulla copertina di Love Hunter? O il rettile che guizza nella scollatura di Slide It In (“infilalo dentro:olè!”)? Certo,l’allusione sessuale ha una lunga tradizione nel rock,prima ancora della sua nascita (vedi le canzonacce a squarciagola di Bessie Smith),ma nell’hard virile del gruppo dell’allupato David Coverdale il senso diventa uno solo. E obbligato.

miguelsonsempermi
00domenica 22 agosto 2010 21:54
Cat Power
Cat Power è un nome astuto,che evoca eterno femminino,imprevedibilità,fascino. Charlyn Marie Marshall alias Chan Marshall ha scelto uno pseudonimo che le si attaglia come un guanto. Tanto Chan è ammaliante nella ricerca musicale e nella scelta di cover mai banali,quanto si mostra imprevedibile e talvolta irritante nelle esibizioni dal vivo. Inquieta,avventurosa,sfuggente,nomade,attraente,imprevedibile,morbida e graffiante insieme:sono tutti aggettivi felini che ben si adattano a Cat Power,capace di passare imperturbabile da delizie acustiche a storiacce di alcol e droga. Del resto l’improvvisazione è praticamente nel suo Dna fin dalle prime esibizioni newyorkesy sotto l’alto patronato di Anthony Braxton. Life is miao,dopotutto.

miguelsonsempermi
00domenica 22 agosto 2010 22:02
Camel
Un semplice cammello,embè? Il simbolo di queste glorie del progressive inglese anni 70,decantato nella sua variante più melodica e soave,evoca gli spazi remoti e interminabili silenzi del deserto,certo. Il logo però è ispirato inequivocabilmente alle celeberrime sigarette. E fin qui….
Fatto sta che quel cammello evoca già a partire dagli “impegnati” anni 70 un certo gusto per l’avventura.E anticipa al contempo quell’individualismo virile sempre più edonista che diverrà caratteristico della febbrile ricerca di stimoli,pericoli,sport estremi (e chi più ne ha più ne metta) nei decenni successivi. Più che cammello,Camel Trophy,insomma:niente male per un simile,servizievole e placido animale da trasporto,niente male davvero.
miguelsonsempermi
00domenica 22 agosto 2010 22:03
Panda Bear
Noah Lennox alias Panda Bear è doppiamente degno di menzione in ambito animalier,in quanto colui che un tempo disegnava piccoli,teneri orsetti panda come artworker per le proprie incisioni fatte in casa,si dà il caso che abbia fondato con l’amico Avey Tare un gruppo chiamato –guarda un po’- Animal Collective. Una fattoria,se non degli animali,quantomeno dei suoni,vista la felice deriva hippie-folk della loro musica anche nella sua versione più elettronica. Non proprio PetSounds,magari,ma certo con la predilezione per l’aspetto istintivo,quasi animalesco,delle loro chilometriche composizioni li avvicina ad un’ideale ferinità creativo-musicale.Cantante,batterista,pasticcione elettronico,lo sperimentatore Panda Bear è l’amabile indie-orsetto per eccellenza.

Celeste.10
00lunedì 23 agosto 2010 18:04
Grazie Michele!!
Celeste.10
00lunedì 23 agosto 2010 18:08
Re:
miguelsonsempermi, 22/08/2010 19.30:

La più famosa canzone in morte di un cane è I Used to Love Her,dei Guns’n’Roses. “L’amavo ma ho dovuta ucciderla,e seppellirla in giardino…” Pensavate fosse un ex fidanzata,vero? Fate come se non vi avessimo detto che in realtà parlava del cane di Axl Rose. Nessun cane per Slash,invece: “Dovrestistargli vicino e non posso…. Meglio i serpenti,sono dei solitari.” Ma alla nascita del suo primo figlio,il chitarrista dei Guns decise di separarsi dai suoi 80 rettili.




miguelsonsempermi
00lunedì 23 agosto 2010 19:24
The Yardbirds
Mike Buongiorno in fondo in fondo ci aveva azzeccato a Sanremo 1968,quando in una delle sue innumerevoli,studiatissime gaffe descrisse la storica beat-band inglese come i “gallinacci”(da cortile),invece che riconoscervi una voce di slang Usa per “carcerati” (ma anche “spine”,nel senso di nuove reclute militari).Perché il lato ruspante,da cortile,insomma,era stato sempre molto presente nella musica degli Yardbirds,vedi i forsennati rave-up,quelle accelerazioni ritmiche improvvise che diventarono un vero e proprio marchio di fabbrica. Né erano mancati i tanti battibecchi da pollaio,i continui cambiamenti di formazione e le paturnie delle primedonne alla chitarra: Eric Clapton,Jeff Beck,Jimmi Page. Roba da gallinacci,appunto.
miguelsonsempermi
00lunedì 23 agosto 2010 19:25
Caribou
Qui siamo nel regno della serendipidità:più o meno,cioè della scoperta felice di ciò che non si cercava,o probabilmente del mero caso. Daniel Victor Snaith,costretto a mutare la propria ragione sociale in musica Manitoba in seguito a una causa per omonimia,sceglie questo maestoso cervide spesso confuso con la renna.Cornuto sì,quindi,ma con stile:innanzitutto per il Caribù di maestosi palchi,trattasi,e non di semplici corna. Non per niente Mister Snaith ha studiato –e insegna matematica-, mica pizza e fichi. E poi,giusto giusto per salvarsi in corner,un certo gusto organico per i campanacci,mescolato alla sua folktronica di tendenza,evoca quegli spazi confinati del natio Ontario che piace immaginare alla base della sua musica.
miguelsonsempermi
00lunedì 23 agosto 2010 19:26
Artic Monkeys
Ci vuole una bella faccia tosta –o un discreto ottimismo- a decidere di chiamarsi “scimmie artiche”,quando si viene dalla fredda Sheffield. Più che nel regno dei primati,qui siamo in quello dell’ossimoro,tendenza evidente anche in titoli come “Il mio peggior incubo preferito”. L’ambizione a non farsi etichettare tanto facilmente è poi lampante nella scelta di intitolare il proprio primo album: “In qualunque modo la gente mi definisca io sono diverso”.Dispettosi come scimmie,Alex Turner e soci continuano a spiazzare fan e stampa fin dagli esordi su unternet,quando imposero alla discografia regole proprie,rifiutandosi l’etichetta di “next big thing”e preferendo giostrare il proprio successo con un aplomb artico,ma in fondo molto British.
miguelsonsempermi
00lunedì 23 agosto 2010 19:27
Grizzly Bear
Nella pletora dei misantropi progetti solisti camuffati dietro il nome di band,anche il Grizzly di Edward Droste ha un suo senso. Ma è davvero selvatico e pericoloso anche l’enorme orso? Si,sappiamo bene che in realtà “Grizzly Bear” era solo il soprannome di un vecchio amico di Droste,il cui progetto(poi allargato a quattro musicisti) farà da apripista negli anni 00 a tutta una scena freak-folk.Ma questa musica,magari nizialmente ispida e umbratile quando un grizzly,tanto feroce non deve mai essere stata,se,oltre a vantare fan doc come Johnny Greenwood dei RadioHead,è riuscita addirittura a mescolarsi alla Los Angeles Philarmonic Orchestra in una memorabile esibizione del 2008.Potenza ammaliatrice della natura,quando da selvatica si lascia facilmente addomesticare.
miguelsonsempermi
00lunedì 23 agosto 2010 19:27
Modest Mouse
Dice:”Si,ma qui,più che animalier,l’ispirazione è letteraria”,per un nome preso a prestito nientemeno che da Virginia Woolf.Se il topo è un animale astuto e che fatalmente sopravviverà,per capacità di adattamento,alla presuntuosa razza umana,i Modest Mouse,zitti zitti,conservano l’aurea di novità indie dal lontano 1993.Ma di “modestia” in questa band,a partire dall’ironica wertulleriana lunghezza nei titoli dei loro album per finire con l’ecclettismo della musica,che anticipa certo pop orchestrato alla Arcade Fire,non c’è poi molto. C’è invece,tutta l’abilità roditrice di sfuggire alle trappole per topi delle facili etichette,fino a imporre l’inaudita bestemmia di un suono decisamente “neoprog”sotto dimessi abitucci indie.
miguelsonsempermi
00lunedì 23 agosto 2010 19:28
Eels
Il nome scelto da Mark Oliver Everett alias “E” per battezzare una band che è sempre stata al limite del progetto solista è tanto azzeccato da rasentare il cliché,vista la natura “anguillesca” della musica ee soprattutto dal carattere del suo leader. Capace di meraviglie melodiche a ruvidezze garage-blues,di dolore esistenziale e felicità creativa,di pacata serenità e profonda depressione,e perciò lui stesso sgusciante quanto un serpente di fiume. Gli stoici fan che,convinti di vedere gli Eels dal vivo,si sono prima dovuti sciroppare un’ora buona di documentario sui tanti meriti del padre scienziato di mister E,ne sanno qualcosa. Questa musica in fondo resta uno “splendiso mostro”,un Beautiful Freak,come recita il titolo di una delle tante gemme del nostro,e bisogna meritarsela.
miguelsonsempermi
00lunedì 23 agosto 2010 19:29
fine II parte....
miguelsonsempermi
00mercoledì 25 agosto 2010 18:51
PARTE III..... la piu difficile , ma la piu bella
PERCHE’ LI GUARDIAMO?
PREZIOSA LETTURA ESTIVA:con esempi che vanno da Cartesio alla famiglia Disney,cosa abbiamo perso togliendo centralità al rapporto con gli animali,tema importante di questo numero.Siete pronti a un delirio bestiale?
miguelsonsempermi
00mercoledì 25 agosto 2010 18:52
Il XIX secolo,in Europa occidentale e in Nord America ha visto avviarsi un processo,portato oggi a compimento dal capitalismo corporativo del XX secolo,che ha spezzato ogni passata consuetudine di mediazione tra uomo e natura. Prima di tale frattura,gli animali costituivano il primo cerchio intorno all’uomo. Ma forse già questa definizione suggerisce una distanza troppo grande.Essi occupavano insieme all’uomo il centro del suo universo.Tale centralità era naturalmente di natura economica e produttiva.Quali che fossero i cambiamenti nei mezzi di produzione e nell’organizzazione sociale,gli uomini dipendevano dagli animali per nutrirsi,lavorare,spostarsi,vestirsi.
miguelsonsempermi
00mercoledì 25 agosto 2010 18:53
Supporre,tuttavia,che fin dall’inizio gli animali siano entrati nell’immaginario umano sotto forma di carne o cuoio o avorio significa proiettare sui millenni precedenti un atteggiamento tipico del XIX secolo. Da principio gli animali entrarono nell’immaginario dell’uomo come messaggeri e come promesse. La pratica di addomesticare il bestiame,ad esempio,non nacque dalla semplice prospettiva di procurarsi latte e carne. Il bestiame aveva funzioni magiche,talvolta divinatorie,talvolta sacrificali.
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