Tumore alla prostata, dall'Italia uno studio per sconfiggerlo

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lella84
00domenica 19 ottobre 2008 22:03
ROMA - Il segreto dell'aggressività del tumore alla prostata è nascosto in due piccoli geni contenuti nel cromosoma 13. Normalmente frenano lo sviluppo del cancro, ma se si deteriorano o si perdono il tumore cresce in modo incontrollato. Se invece vengono reintrodotti nelle cellule malate, le fanno morire. A scoprire l'importanza di queste due molecole, microRna-15a e microRna-16 - che suggerisce ora una nuova via per arrivare ad una cura - è stato un gruppo di ricercatori italiani in un lavoro coordinato dall'Istituto superiore di sanità, in collaborazione con l'équipe di urologia dell'ospedale San Giovanni Bosco di Torino e l'Istituto oncologico del Mediterraneo di Catania, con i fondi dell'accordo Italia-Usa e dell'Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc).

Nello studio, pubblicato su Nature Medicine, gli scienziati hanno utilizzato 40 campioni di tessuto tumorale, concentrandosi sul ruolo dei due micro-Rna. Poi, in una fase successiva, hanno tentato una strada che si basa sulla ingegneria genetica, per cercare una terapia efficace, che ora fa ben sperare. E non nascondono il loro entusiasmo: secondo il presidente dell'Iss Enrico Garaci "grazie a questa ricerca siamo molto vicini ad una terapia contro gli stadi avanzati del cancro alla prostata".

La svolta è rappresentata proprio dalla comprensione della funzione chiave esercitata dai due geni: "Se i due microRna-15a e microRna-16 vengono reintrodotti nelle cellule tumorali che li hanno perduti, queste cellule smettono di crescere e vengono distrutte" ha spiegato Ruggero De Maria, direttore del dipartimento di Ematologia, Oncologia e Medicina Molecolare dell'Iss, che ha guidato lo studio insieme a Desiré Bonci. Per i ricercatori, somministrando queste due molecole, si può arrivare ad una cura, come è stato dimostrato in esperimenti di laboratorio su animali. "La possibilità di curare tumori aggressivi della prostata tramite la somministrazione di questi piccoli micro-Rna è stata confermata in test su animali di laboratorio, e con questo bagaglio di conoscenze il cancro della prostata potrà essere sconfitto", dice ancora De Maria.

Ora gli scienziati si stanno concentrando sul passo successivo, quello per mettere a punto il modo migliore per reintrodurre questi micro-Rna nelle cellule; poi si passerà ai test sull'uomo.

In Italia ogni anno vengono diagnosticati circa 44.000 nuovi casi di tumore alla prostata che sono destinati ad aumentare, considerando il progressivo invecchiamento della popolazione. Negli ultimi quindici anni il dosaggio dell'antigene prostatico specifico (PSA) ha aumentato considerevolmente le diagnosi precoci e le possibilità di guarigione, ma il cancro alla prostata rappresenta ancora oggi la seconda causa di morte da tumore nell'uomo dopo il carcinoma del polmone.

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