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L'UNITA'
19 aprile 2006
Respinto il rinvio Imi-Sir, per Previti è in arrivo l'ultimo giudizio
di red.


Imi-Sir. L'assise di magistrati presieduta da Giangiulio Ambrosino ha respinto le istanze della difesa che chiedevano il rinvio del dibattimento. Così le sorti di Cesare Previti, Attilio Pacifico, Vittorio Metta e degli altri imputati del processo Imi-Sir, sono giunte all’ultimo grado di giudizio. La corte non attenderà che la Consulta si pronunci il prossimo 7 giugno sulla rilevanza della legge ex Cirielli. per l'ex ministro della difesa.

Ripresi i lavori, dopo la sosta per la tregua elettorale, l'udienza proseguirà giovedì e venerdì per poi continuare, con la pausa del 25 aprile (giorno di festa), da mercoledì 26 fino al 28 incluso. Sono previsti gli interventi dei due giudici relatori, le conclusioni dei procuratori generali, l'intervento delle parti civili.

I giudici dovranno valutare i ricorsi dell'accusa e della difesa contro la sentenza d'Appello che in riforma del verdetto di primo grado aveva assolto gli imputati dall'accusa di corruzione in relazione al caso Lodo Mondadori confermando invece le condanne per il caso Imi-Sir.

Se la Suprema corte confermasse le condanne, Cesare Previti e Attilio Pacifico dovrebbero scontare una pena di 7 anni, l’ex giudice Vittorio Metta di 6 anni, l'ex capo dei gip di Roma, Renato Squillante, di 5 anni. Tre anni di reclusione per Felice Rovelli, figlio del petroliere Nino, pena sospesa con la condizionale per sua madre, Primarosa Battistella. La Cassazione dovrà decidere anche su Giovanni Acampora condannato a 5 anni in un processo stralcio con il rito abbreviato per la vicenda Imi-Sir.

Naturalmente i giudici potrebbero anche decidere di rinviare la sentenza alla Corte d’Appello, e in questo caso il processo infinito continuerebbe, fino all’inevitabile prescrizione. Quasi tutti gli imputati sono ultrasettantenni e dunque, grazie alle norme varate dal Parlamento di centrodestra a pochi mesi dallo scioglimento delle camere, in caso di conferma della condanna otterrebbero la detenzione domiciliare. L’unico che rischia realmente di finire in carcere è Acampora. Previti, rieletto alla Camera nelle votazioni del 9 aprile, è stato condannato in appello anche all’interdizione dai pubblici uffici e dunque, se la sentenza verrà confermata, dovrà rinunciare al suo ruolo di parlamentare.

Martedì circolava la voce, non confermata dai suoi legali, che avrebbe potuto richiedere, anche in caso di detenzione domiciliare, un permesso per partecipare alle sedute parlamentari. Paradosso che sarà impraticabile stante l’interdizione sancita dai giudici. La seconda sezione della Corte d'Appello di Milano, con la sentenza, aveva anche revocato la condanna degli imputati al risarcimento dei danni a favore della parte civile Imi San Paolo (516 milioni di euro) e del ministero della Giustizia (1 milione 290 mila euro), rimettendo le parti al giudice civile per la determinazione dei risarcimenti.

La decisione della Cassazione dovrebbe arrivare in tempi brevi. Il presidente Ambrosini da due mesi sta leggendo le carte processuali e ha prenotato per tutta la settimana l’aula: dunque tutto fa supporre che entro sabato prossimo si conoscerà il verdetto. La Suprema Corte oltre al merito della vicenda dovrà valutare la riproposizione da parte dei difensori dell'eccezione di competenza territoriale già bocciata in primo e secondo grado. Stando agli avvocati, infatti, la competenza sarebbe dell'autorità giudiziaria di Perugia.


INES TABUSSO