Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
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Di tutto....sui ns e vs amici....

Ultimo Aggiornamento: 25/08/2010 19:05
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22/08/2010 21:54
 
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Cat Power
Cat Power è un nome astuto,che evoca eterno femminino,imprevedibilità,fascino. Charlyn Marie Marshall alias Chan Marshall ha scelto uno pseudonimo che le si attaglia come un guanto. Tanto Chan è ammaliante nella ricerca musicale e nella scelta di cover mai banali,quanto si mostra imprevedibile e talvolta irritante nelle esibizioni dal vivo. Inquieta,avventurosa,sfuggente,nomade,attraente,imprevedibile,morbida e graffiante insieme:sono tutti aggettivi felini che ben si adattano a Cat Power,capace di passare imperturbabile da delizie acustiche a storiacce di alcol e droga. Del resto l’improvvisazione è praticamente nel suo Dna fin dalle prime esibizioni newyorkesy sotto l’alto patronato di Anthony Braxton. Life is miao,dopotutto.

22/08/2010 22:02
 
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Camel
Un semplice cammello,embè? Il simbolo di queste glorie del progressive inglese anni 70,decantato nella sua variante più melodica e soave,evoca gli spazi remoti e interminabili silenzi del deserto,certo. Il logo però è ispirato inequivocabilmente alle celeberrime sigarette. E fin qui….
Fatto sta che quel cammello evoca già a partire dagli “impegnati” anni 70 un certo gusto per l’avventura.E anticipa al contempo quell’individualismo virile sempre più edonista che diverrà caratteristico della febbrile ricerca di stimoli,pericoli,sport estremi (e chi più ne ha più ne metta) nei decenni successivi. Più che cammello,Camel Trophy,insomma:niente male per un simile,servizievole e placido animale da trasporto,niente male davvero.
22/08/2010 22:03
 
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Panda Bear
Noah Lennox alias Panda Bear è doppiamente degno di menzione in ambito animalier,in quanto colui che un tempo disegnava piccoli,teneri orsetti panda come artworker per le proprie incisioni fatte in casa,si dà il caso che abbia fondato con l’amico Avey Tare un gruppo chiamato –guarda un po’- Animal Collective. Una fattoria,se non degli animali,quantomeno dei suoni,vista la felice deriva hippie-folk della loro musica anche nella sua versione più elettronica. Non proprio PetSounds,magari,ma certo con la predilezione per l’aspetto istintivo,quasi animalesco,delle loro chilometriche composizioni li avvicina ad un’ideale ferinità creativo-musicale.Cantante,batterista,pasticcione elettronico,lo sperimentatore Panda Bear è l’amabile indie-orsetto per eccellenza.

23/08/2010 18:04
 
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Grazie Michele!!
23/08/2010 18:08
 
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Re:
miguelsonsempermi, 22/08/2010 19.30:

La più famosa canzone in morte di un cane è I Used to Love Her,dei Guns’n’Roses. “L’amavo ma ho dovuta ucciderla,e seppellirla in giardino…” Pensavate fosse un ex fidanzata,vero? Fate come se non vi avessimo detto che in realtà parlava del cane di Axl Rose. Nessun cane per Slash,invece: “Dovrestistargli vicino e non posso…. Meglio i serpenti,sono dei solitari.” Ma alla nascita del suo primo figlio,il chitarrista dei Guns decise di separarsi dai suoi 80 rettili.




23/08/2010 19:24
 
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The Yardbirds
Mike Buongiorno in fondo in fondo ci aveva azzeccato a Sanremo 1968,quando in una delle sue innumerevoli,studiatissime gaffe descrisse la storica beat-band inglese come i “gallinacci”(da cortile),invece che riconoscervi una voce di slang Usa per “carcerati” (ma anche “spine”,nel senso di nuove reclute militari).Perché il lato ruspante,da cortile,insomma,era stato sempre molto presente nella musica degli Yardbirds,vedi i forsennati rave-up,quelle accelerazioni ritmiche improvvise che diventarono un vero e proprio marchio di fabbrica. Né erano mancati i tanti battibecchi da pollaio,i continui cambiamenti di formazione e le paturnie delle primedonne alla chitarra: Eric Clapton,Jeff Beck,Jimmi Page. Roba da gallinacci,appunto.
23/08/2010 19:25
 
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Caribou
Qui siamo nel regno della serendipidità:più o meno,cioè della scoperta felice di ciò che non si cercava,o probabilmente del mero caso. Daniel Victor Snaith,costretto a mutare la propria ragione sociale in musica Manitoba in seguito a una causa per omonimia,sceglie questo maestoso cervide spesso confuso con la renna.Cornuto sì,quindi,ma con stile:innanzitutto per il Caribù di maestosi palchi,trattasi,e non di semplici corna. Non per niente Mister Snaith ha studiato –e insegna matematica-, mica pizza e fichi. E poi,giusto giusto per salvarsi in corner,un certo gusto organico per i campanacci,mescolato alla sua folktronica di tendenza,evoca quegli spazi confinati del natio Ontario che piace immaginare alla base della sua musica.
23/08/2010 19:26
 
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Artic Monkeys
Ci vuole una bella faccia tosta –o un discreto ottimismo- a decidere di chiamarsi “scimmie artiche”,quando si viene dalla fredda Sheffield. Più che nel regno dei primati,qui siamo in quello dell’ossimoro,tendenza evidente anche in titoli come “Il mio peggior incubo preferito”. L’ambizione a non farsi etichettare tanto facilmente è poi lampante nella scelta di intitolare il proprio primo album: “In qualunque modo la gente mi definisca io sono diverso”.Dispettosi come scimmie,Alex Turner e soci continuano a spiazzare fan e stampa fin dagli esordi su unternet,quando imposero alla discografia regole proprie,rifiutandosi l’etichetta di “next big thing”e preferendo giostrare il proprio successo con un aplomb artico,ma in fondo molto British.
23/08/2010 19:27
 
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Grizzly Bear
Nella pletora dei misantropi progetti solisti camuffati dietro il nome di band,anche il Grizzly di Edward Droste ha un suo senso. Ma è davvero selvatico e pericoloso anche l’enorme orso? Si,sappiamo bene che in realtà “Grizzly Bear” era solo il soprannome di un vecchio amico di Droste,il cui progetto(poi allargato a quattro musicisti) farà da apripista negli anni 00 a tutta una scena freak-folk.Ma questa musica,magari nizialmente ispida e umbratile quando un grizzly,tanto feroce non deve mai essere stata,se,oltre a vantare fan doc come Johnny Greenwood dei RadioHead,è riuscita addirittura a mescolarsi alla Los Angeles Philarmonic Orchestra in una memorabile esibizione del 2008.Potenza ammaliatrice della natura,quando da selvatica si lascia facilmente addomesticare.
23/08/2010 19:27
 
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Modest Mouse
Dice:”Si,ma qui,più che animalier,l’ispirazione è letteraria”,per un nome preso a prestito nientemeno che da Virginia Woolf.Se il topo è un animale astuto e che fatalmente sopravviverà,per capacità di adattamento,alla presuntuosa razza umana,i Modest Mouse,zitti zitti,conservano l’aurea di novità indie dal lontano 1993.Ma di “modestia” in questa band,a partire dall’ironica wertulleriana lunghezza nei titoli dei loro album per finire con l’ecclettismo della musica,che anticipa certo pop orchestrato alla Arcade Fire,non c’è poi molto. C’è invece,tutta l’abilità roditrice di sfuggire alle trappole per topi delle facili etichette,fino a imporre l’inaudita bestemmia di un suono decisamente “neoprog”sotto dimessi abitucci indie.
23/08/2010 19:28
 
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Eels
Il nome scelto da Mark Oliver Everett alias “E” per battezzare una band che è sempre stata al limite del progetto solista è tanto azzeccato da rasentare il cliché,vista la natura “anguillesca” della musica ee soprattutto dal carattere del suo leader. Capace di meraviglie melodiche a ruvidezze garage-blues,di dolore esistenziale e felicità creativa,di pacata serenità e profonda depressione,e perciò lui stesso sgusciante quanto un serpente di fiume. Gli stoici fan che,convinti di vedere gli Eels dal vivo,si sono prima dovuti sciroppare un’ora buona di documentario sui tanti meriti del padre scienziato di mister E,ne sanno qualcosa. Questa musica in fondo resta uno “splendiso mostro”,un Beautiful Freak,come recita il titolo di una delle tante gemme del nostro,e bisogna meritarsela.
23/08/2010 19:29
 
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fine II parte....
25/08/2010 18:51
 
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PARTE III..... la piu difficile , ma la piu bella
PERCHE’ LI GUARDIAMO?
PREZIOSA LETTURA ESTIVA:con esempi che vanno da Cartesio alla famiglia Disney,cosa abbiamo perso togliendo centralità al rapporto con gli animali,tema importante di questo numero.Siete pronti a un delirio bestiale?
25/08/2010 18:52
 
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Il XIX secolo,in Europa occidentale e in Nord America ha visto avviarsi un processo,portato oggi a compimento dal capitalismo corporativo del XX secolo,che ha spezzato ogni passata consuetudine di mediazione tra uomo e natura. Prima di tale frattura,gli animali costituivano il primo cerchio intorno all’uomo. Ma forse già questa definizione suggerisce una distanza troppo grande.Essi occupavano insieme all’uomo il centro del suo universo.Tale centralità era naturalmente di natura economica e produttiva.Quali che fossero i cambiamenti nei mezzi di produzione e nell’organizzazione sociale,gli uomini dipendevano dagli animali per nutrirsi,lavorare,spostarsi,vestirsi.
25/08/2010 18:53
 
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Supporre,tuttavia,che fin dall’inizio gli animali siano entrati nell’immaginario umano sotto forma di carne o cuoio o avorio significa proiettare sui millenni precedenti un atteggiamento tipico del XIX secolo. Da principio gli animali entrarono nell’immaginario dell’uomo come messaggeri e come promesse. La pratica di addomesticare il bestiame,ad esempio,non nacque dalla semplice prospettiva di procurarsi latte e carne. Il bestiame aveva funzioni magiche,talvolta divinatorie,talvolta sacrificali.
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