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01/07/2010 12:36 | |
"Era meglio non fare nulla"
Costi, scavi e risarcimenti ammontano a quasi 3 miliardi
Londra – L’eterna lotta tra uomo e natura sembra ancora una volta concludersi a nostro sfavore.
La terribile catastrofe della marea nera americana, dovuto forse a un errore umano o a semplici tubature deteriorate, è costata ad oggi alla British Petroleum più di 2,7 miliardi di dollari tra operazioni di contenimento, cupole, scavi sotterranei e dei pozzi di servizio, risarcimenti e sovvenzioni.
E le ultime ricerche hanno confermato quanto già diversi esperti avevano solo osato dichiarare, e a bassa voce: forse era meglio non fare nulla.
Per salvaguardare l’ambiente marino e naturale, già danneggiato con la fuoriuscita continua di greggio, gli interventi sarebbero dovuti essere mirati e poco invasivi.
Invece la foga governativa, unita alle pressioni dei media e alla stessa dirigenza Bp, hanno fatto sì che gli interventi a volte rasentassero il ridicolo.
Bruciare il petrolio sul fondale o in superficie, aggiungere ettolitri di solventi e altre sostanze senza dimenticare la plastica contenitiva e le nuove tubature hanno fatto più danni che benefici per l’ecosistema.
Anche la grande movimentazione umana di enti e volontari in realtà può dare una mano ma sempre e solo a livello limitato.
Per un ecosistema così ampio l’intervento massiccio dell’uomo ha anche in questo caso rallentato diversi processi naturali che avrebbero forse avuto più successo.
Secondo i docenti dell’Università di Liverpool infatti, “la valutazione delle conseguenze sull’ecosistema sono ancora da ponderare: i politici non possono essere visti a fare niente, ma in casi come questi non fare nulla è l’opzione migliore”.
Alessandro Gatta |
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01/07/2010 17:55 | |
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01/07/2010 22:14 | |
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